giovedì 2 dicembre 2021

EXTRANEOUS MATTER – COMPLETE EDITION (Ibutsu - kanzenban, UGANA Kenichi, 2021)

39° TORINO FILM FESTIVAL (26 novembre – 4 dicembre 2021)
Sezione "Le stanze di Rol"

★★★

Un’immagine fissa su un bonsai (che torna nel corso del film: le fogline che cadono, una trasformazione minimale, la percezione del tempo che passa), poi la preparazione eterna di un coffee filter, il liquido scuro che cola, piano, nella boccia di vetro che si appanna per il calore. Una donna che fa colazione, da sola. Le giornate-fotocopia, il lavoro in casa con amiche bizzarre, un fidanzato disinteressato (e che non apprezza mai la cena). Però, ecco, un bel giorno Kaoru scopre che nell’armadio si è insediato un alieno gommoso, orrendo alla vista, ma al quale piace fare sesso con gli umani e rendere la loro vita un po' meno deprimente e vuota.
Ugana Kenichi accorpa in questa ‘complete edition’ i suoi precedenti cortometraggi sul tema e in poco più di un’ora scandisce quattro passaggi – in bianco e nero - dell’interazione aliena, che passano dalla conoscenza alla coesistenza, quindi alla propagazione ed infine alla sparizione.  Facile, persino un po' scontato l’accostamento al primo Tsukamoto, a Tetsuo in particolare, anche se l’incontro con il mitico uomo trivella era stato ben più dirompente. 
Extraneous Matter, presentato al Torino film festival nella sezione ‘Le stanze di Rol’ (dedicata al mistero, all’horror, al bizzarro, alle contaminazioni), gioca con i rimandi, senza farsi mancare il ‘momento E.T.’ e neppure i Visitors, ma in definitiva scavando nelle solitudini, paranoie e bisogni molto contemporanei. Colano liquidi qui e là e si percepisce un certo grado di inquietudine decisamente attuale: si tratta comunque di un film concluso in piena pandemia e in questo senso lo accosterei a un’altra opera in bianco e nero minimale realizzata durante il lockdown, che parla di mostri e come combatterli (o conviverci), vale a dire The 12 Day Tale of the Monster That Died in 8 di Iwai Shunji. Là erano mostri alieni da allevare in casa, amici immaginari, portatori di aiuto. Gli esseri sibilanti e tentacolari di Ugana Kenichi sono in un certo senso più intriganti, meno lineari, infantili addirittura (amano le fragole e non sanno comportarsi bene nei locali pubblici), ma paradossalmente finiscono per farsi prendere anche loro negli ingranaggi umani (in senso letterale a un certo punto) e vengono infatti ‘smaltiti’ in appositi centri. La coesistenza non è semplice.
Siamo quindi noi esseri umani così noiosi e ripetitivi, e anche un bel po' anaffettivi? Sembrerebbe.
E, altra questione, il sesso alieno riporta in superficie sentimenti repressi? Kaoru alla fine si trova da sola in un bar (forse l’esperienza con il polipo alieno l’ha almeno resa consapevole dell’inutilità del rapporto col fidanzato disinteressato a lei e alle sue cene). Il regista ci lascia con un tocco ironico e poetico allo stesso tempo: un incontro inaspettato, un amorevole tentacolo nella notte, e una improvvisa, misteriosa nevicata sulla città. La favola sci-fi scivola dal grottesco e dal citazionismo in un’atmosfera onirica di speranza. 

Claudia Bertolé


Titolo originale: '異物-完全版-' (Ibutsu – kanzenban); regia: Ugana Kenichi; sceneggiatura: Ugana Kenichi; fotografia: Komino Masashi; montaggio: Komino Masashi; interpreti: Koide Kaoru, Tanaka Shunsuke, Ishida Momoko, Yoshimura Kaito, Tanaka Makoto; distribuzione: Vandalism; durata: 61’; prima uscita: 1 – 6 giugno 2021 (Nippon Connection online).

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