Hara ga kore nande (ハラがコレなんで, Mitsuko
Delivers). Regia, soggetto e sceneggiatura: Ishii Yūya. Fotografia: Okimura Yukihiro. Scenografia:
Maruo Tomoyuki. Montaggio: Sagara
Naoichirō. Musica: Watanabe Takashi. Suono: Katō Hirokazu. Interpreti e personaggi: Naka Riisa,
Nakamura Aoi, Ishibashi Ryō, Saitō Keiko, Inagawa Miyoko. Produzione: Mitusko Delivers Film Patners. Durata: 109 minuti. Uscita
nelle sale giapponesi: 5 novembre 2011.
Link: Sito ufficiale - Film Intel - Tony Rains (Filmguide) - Variety - The Hollywood Reporter
PIA: Commenti: 3/5 All'uscita delle sale:59/100
Punteggio ★★★1/2
Proseguendo sulla strada già
tracciata da Sawako Decides, Ishii
Yūya, ormai più che una promessa del nuovo cinema giapponese, racconta, in Mitsuko Delivers, la storia di una
giovane donna che si muove nella realtà che la circonda (quella del nuovo
Giappone, della crisi e della disoccupazione), seguendo semplicemente il
proprio istinto naif, fatto di ingenuità, altruismo e determinazione. Il suo
candore un po’ ottuso ricorda, in chiave positiva e tutta al femminile, i
protagonisti dei primi film di Yamashita Nobuhiro (personaggi sorprendenti, ma
purtroppo dimenticati nei lavori successivi del regista). Mitusko conduce con
disinvoltura la sua gravidanza, giunta ormai al nono mese, senza preoccuparsi
troppo del fatto che l’uomo (di colore) che l’ha messa incinta, l’abbia, poi,
lasciata. Senza un soldo, ritorna nel piccolo complesso residenziale per
indigenti in cui visse durante l’infanzia, quando i genitori erano stati
costretti a trasferirvisi dopo il fallimento della loro sala di pachinko, causa
la crisi degli anni Novanta. Qui Mitusko ritrova tutti coloro che aveva
conosciuto durante l’infanzia e si prodiga in mille modi per aiutarli: la
vecchia tenutaria che ormai non può più lasciare il suo letto ed ha bisogno di
cure, i due gestori del ristorante cinese che ha ormai perso tutti i clienti,
il giovane Yōichi, di lei innamorato sin dall’infanzia e disposto ad aiutarla a
crescere il suo bambino, e lo zio di questi, Jirō, infatuato della proprietaria
di un caffé cui non osa dichiararsi. Il principio di vita cui la protagonista
si ispira, e che vorrebbe infondere anche a coloro che la circondano, è
semplice ed efficace: «Quando il vento
ti soffia contro… fa un sonnellino».
Nel complesso Mitusko Delivers
è una commedia dai toni favolistici (non molto lontana dal recente Miracolo a Le Harvre, e al cinema di
Kaurismaki sono anche ispirati i dialoghi spesso limitati all’essenziale e con
un fondo di surrealtà), in grado però di guardare alle contraddizioni sociali
del Giappone contemporaneo e alle inevitabili conseguenze della crisi economica
che ormai da tempo lo attanaglia (la perdita dei posti di lavoro e il
fallimento delle imprese si ripetono più volte nella pellicola). È solo con la
solidarietà, sembra voler dire il film, che ci si potrà difendere da questa
terribile situazione. Ed è a questo proposito che il film rilegge a suo modo il
concetto di Iki (sulle cui implicazioni estetiche e filosofiche rimando al
saggio di Kuki Shūzō, La Struttura
dell'Iki, Adelphi, 1992), interpretandolo, secondo le parole dell’anziana
tenutaria, come quel sentimento che nasce «dall’esser presi dal modo in cui
qualcuno vive la vita», un modo, aggiungo, segnato dall’altruismo e dalla
solidarietà, ma anche dal vivere se stessi al di fuori dei codici dominanti e
dal grezzo materialismo economico, ancora dominante la società giapponese (e
chiaramente non solo quella). Come qualcuno nel film ha il coraggio di dire:
«Non è rimasto niente di Iki nel Giappone di oggi». [Dario Tomasi]
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