SPECIALE FUKADA KŌJI
Una videocall vede riuniti sullo schermo Stalin, Roosevelt e Churchill durante la conferenza di Yalta del 4 febbraio 1945. Il primo a presentarsi è Stalin, che arriva canticchiando L’internazionale. A breve si unisce il presidente americano Roosevelt, seguito dal premier inglese Winston Churchill. Dopo i convenevoli di rito, la chat inizia: le decisioni da prendere sono gravi e il destino del mondo è nelle loro mani.
Tratto da una commedia teatrale di Oriza Hirata il film è stato appositamente realizzato da Fukada per il festival We Are One: A Global Film Festival tenutosi nel 2020 per supplire alla cancellazione di numerosi festival per via della pandemia. Hirata, fondatore della compagnia teatrale Seinendan è un drammaturgo e regista, ritenuto una delle figure più significative del teatro contemporaneo giapponese, fautore della Teoria del teatro colloquiale contemporaneo la cui poetica parte dal presupposto che “la vita non è una sequenza continua di eventi significativi come relazioni amorose e omicidi. La parte principale della vita è piena di momenti tranquilli e senza incidenti” che il drammaturgo usa spesso per le sue opere teatrali poiché, secondo Hirata “la nostra stessa esistenza è già drammatica e sorprendente”. Anche Fukada è vicino alla compagnia Seinendan, come sostiene lo stesso regista in una intervista rilasciata ad Asian Movie Pulse: “Da cinefilo, come molti altri credo, non consideravo il teatro. Tra i miei amici poi c’era Minako Inoue, che faceva parte della compagnia teatrale Seinendan ed è anche protagonista del mio primo film, The Chair. Il gruppo Seinendan ha una caratteristica particolare: eliminare ogni eccesso drammatico e concentrarsi invece sulle conversazioni quotidiane.”
Nel derubricare, dagli annali della Storia, un evento così significativo e cruciale per il Novecento a banalissima chat da covid time a cui, più o meno tutti, ci siamo dovuti adeguare negli ultimi anni, The Yalta Conference Online sembra proprio strizzare l’occhio a questa teoria. E così i tre leader vengono colti nella loro dimensione colloquiale, quotidiana, da chiacchiericcio gossipparo fatto di luoghi comuni, battute, considerazioni a metà tra il cinico e il divertito. Naturalmente questa è solo la punta dell’iceberg perché Hirata e Fukada virano, senza troppi indugi, verso la satira, la parodia e l’ironia, a tratti salace, deformando l’immagine dei tre leader non solo per ciò che essi dicono ma anche per come vengono rappresentati: Stalin è una donna, arcigna e subdola, interpretata da Matsuda Hiroko, già attrice per Fukada in Hospitalité (2010) e Au Revoir L'Ete (2013) nonché produttrice per Kurosawa Kiyoshi (Journey to the Shore, 2015 e Barren illusion, 1999); Churchill è interpretato da Shimada Yōzō anch’egli attore per Fukada in Human Comedy in Tokyo (2008) mentre Roosevelt ha le fattezze femminili di Midorikawa Fumie, con tanto di cappello da cowboy. Il risultato è un dissacrante siparietto, decisamente godibile e divertente, dove, a farla da padroni, sono ovviamente i tre leader occidentali in procinto di spartirsi il mondo. E ce n’è davvero per tutti, nel senso che praticamente nessuna nazione viene risparmiata dagli strali della triade di Yalta: Francia, Italia, ovviamente Germania, Polonia, gli ebrei, Israele (con una certa libertà cronologica visto che lo stato viene proclamato formalmente nel 1948) e Palestina, ex Jugoslavia… ma sono soprattutto i Paesi orientali a subire il giudizio più severo, tra cui il Giappone di cui i tre leader non perdono occasione per stigmatizzare, sempre con l’arma della satira, la grandeur imperiale (vale la pena ricordare che la conferenza di Yalta si svolge quando le sorti del Giappone sono ormai segnate, anche se la resa è ancora lontana e nulla fa presagire le due tragiche date del 6 e del 9 agosto). Se da un lato Roosevelt non si capacita del motivo per cui, nonostante stiano perdendo la guerra, essi non intendano arrendersi, anzi si ostinino a combattere attraverso le missioni suicida dei kamikaze, dall’altro Stalin rimarca come in Manciuria e in Corea i giapponesi abbiano commesso delle atrocità (Roosevelt: “Intendi come i nazisti contro gli ebrei?”) mentre a Churchill non rimane che prendere atto del fatto che “Sono giapponesi. Sono capaci di tutto… con le loro spade da samurai tagliano le teste dei ragazzi”. Ma al di là delle accuse nei confronti del Giappone, i tre non lesinano anche le accuse reciproche: Stalin (dopo che avrà conquistato Berlino e dichiarato guerra al Giappone) si prenderà la Corea, ma Churchill gli dice che è impossibile (“hanno appena avuto l’indipendenza!”) allora Stalin, prontamente, gli rinfaccia l’India e la lotta per l’indipendenza che Gandhi sta combattendo… Con il senno di poi fa una certa impressione sentire Roosevelt alludere a una non precisata “kapow”, una nuova bomba (la mente corre all’ordigno “Fine di Mondo” kubrickiano) di cui nessuno sembra saperne più di tanto, neanche Stalin, e nella cui progettazione è coinvolto un grande scienziato tedesco. Intanto la conferenza volge al termine: dopo i saluti di commiato di Roosevelt e Churchill, l’unico a restare online è Stalin che torna a canticchiare L’internazionale sorseggiando del tè.
Nonostante sia difficile determinare l’apporto di Fukada a questa pièce teatrale di Hirata, The Yalta Conference Online resta comunque un originale esempio di contaminazione crossmediatica tra cinema e web, certamente non nuovo (si pensi al sorprendente horror mockumentary Unfriended del 2014) che si colloca nel solco della tendenza postmoderna di intrecciare e far dialogare modalità di visione apparentemente inconciliabili, costringendo i codici della rappresentazione ad adattarsi alla geografia del web. Tra i diversi esempi possiamo citare la scenografia e il profilmico (anche se ha poco senso utilizzare i codici classici del linguaggio cinematografico per un esperimento del genere) che mutano all’istante: basta un semplice “click” che, in un attimo, il background iniziale, costituito dalle rispettive bandiere delle tre potenze mondiali, viene sostituito dalla Piazza Rossa, da Time Square e dal Big Ben, con estrema e compiaciuta soddisfazione dei tre leader massimi.
Valerio Costanzia
Titolo originale: ヤルタ会談 “オンライン化”! (Yaruta Kaidan “Onrainka!”); regia: Fukada Kōji; sceneggiatura: Fukada Kōji e Hirata Oriza dalla commedia teatrale omonima di Hirata Oriza; montaggio: Fukada Kōji; interpreti: Matsuda Hiroko (Stalin), Midorikawa Fumie (Roosevelt), Shimada Yôzô (Churchill); produzione: Seinendan; durata: 38’; prima uscita in Giappone: 01 giugno 2020.
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